Il Libro Orlando fu regalato da Virginia Woolf alla poetessa Vita Sackville-West come pegno d’amore. Orlando è la biografia immaginaria ispirata da Vita, e passa dall’autrice alla sua compagna dopo 2 mesi dalla pubblicazione, nel 1928, come è scritto sulle prime pagine del manoscritto a lei dedicato.
Orlando, prima uomo e poi donna, cambia sesso ed identità a suo piacimento.
Questo personaggio nasce dal profondo rapporto di proprietà e di gelosia che esiste tra le due donne, infatti Virginia è gelosa in modo possessivo di Vita e delle sue amiche, mentre la Sackville è gelosa della sua opera, Orlando, poiché la Woolf si rifiuta di farle leggere il libro durante l’intero anno in cui è stato scritto.
Vita viene raffigurata da Orlando, concupito dalla regina Elisabetta che adora le sue gambe, proprio come la scrittrice inglese ama le gambe della sua compagna, e desiderata da tutti coloro che vi si accostavano, indipendentemente dal sesso. Vita si immedesima a tal punto in questo gioco tanto da firmarsi, in alcune delle tante lettere spedite a Virginia durante la fase di gestazione del romanzo, col nome “Orlando”.
Inoltre Vita, dopo la morte del padre, stava perdendo la proprietà in cui era nata, proprio come Orlando rischiava di perderla dopo essere divenuta donna. Ma la proprietà più preziosa per uno scrittore è il suo libro, infatti Orlando fin da giovane inizia a scrivere il poema “The Oak tree” che lo accompagna nei quattro secoli che attraversa.
La scrittrice inglese nell’Orlando traccia una storia della letteratura, della cultura e del gusto dell’Inghilterra nel corso di ben quattro secoli. Il passato continua ad essere vitale nel suo dialogo fitto del presente di chi legge. La relazione leggere/scrivere avviene quasi inconsapevolmente, basta un colore, una sensazione, un gesto, un abito per far scattare una serie infinita di associazioni. Come in Proust, il momento della lettura diviene anche il momento del ricordo di un passato personale che non è solo individuale ma è anche collettivo.
Nei primi del 700, durante l’età Vittoriana, Londra era immagine ideale di bellezza, di ordine e di eleganza. Questa metropoli sembra voler imporre compostezza e decoro cercando di espellere altre immagini di sé meno attraenti. Eppure esse rappresentano l’altra faccia della Londra augustea, descritte nell’ Orlando con ironia mediante l’intonazione e i sensi critici e divertiti, esponendo le meravigliose scoperte del protagonista fra le strade, i palazzi, e le case della capitale britannica. Bisogna sottolineare che i luoghi e i costumi descritti e vissuti da Orlando sono ironiche tipizzazioni degli stereotipi dell’immagine che è stata inventata dalla Londra dei primi anni del 700.
Dopo aver preso in giro i moralisti dell’epoca, Orlando indica i codici di comportamento dei letterati che, in quanto donna, le concedono solo di versare il tè e non di pensare!
Il tempo è concepito come una serie di movimenti staccati, riuniti da immaginazione e dall’associazione di idee. Nei suoi protagonisti vi è uno studio continuo dei pensieri e sentimenti e la vita quotidiana riflette attraverso le loro coscienze per riallacciarsi ai soliloqui nei quali la loro mente è perpetuamente occupata. Appartengono tutti alla borghesia illuminata e tendono a diventare degli esteti della propria gamma di sensazioni: ognuno di essi riflette un aspetto, un’immagine particolare della personalità della scrittrice.
In Orlando la scrittura androgina che rappresenta una manipolazione sia del genere letterario che sessuale, subisce una metamorfosi, da delicata ed elastica diventa scattante ed insolente inserendo un tono scherzoso, polemico ed impressionista. L’io abituale di Virginia scrittrice, rituale, penetrante, sfocia in tanti io capricciosi che a turno giocano col tempo, si beffano di altri testi letterari, complicando la storia e circondandola di sottintesi erotici.
Per la Woolf la scrittura è androgina quando avviene la fusione, quando la mente è pienamente usata con tutte le sue facoltà. Una mente puramente mascolina, o puramente femminile non poteva creare, mentre solo una mente androgina poteva mostrare le cose così come sono prendendo in considerazione vari punti di vista. Il libro è una vera lotta contro il tempo coi suoi caratteristici personaggi dal passato, coi ricordi, al presente e al futuro, con la speranza e i progetti. C’è una forte rivendicazione sul fatto che il sesso biologico non determini il carattere e le attitudini di una persona.
Come scrive F. Marenco questo testo è:
Uno scherzo rivolto a sé stessa, al lettore, all'intero processo della comunicazione letteraria.